Gira, e lava, e gira

Ho scelto la numero due, forse solo perché era quella direttamente davanti alla porta di ingresso.

Troppe scritte da digerire appena entri. Avvertenze da tutte le parti, nessuna che risponde alle domande che hai in mente: quale lavatrice scelgo, dove si paga, dovevo portarmi il detersivo, quanto ci vuole.

Ho pesato la roba prima di uscire di casa: sei chili scarsi. Sarebbe andata bene anche la numero uno, quella da otto chili, ma ho messo a fuoco che ne avevo scelto una da quattordici solo andando a pagare. Con la due ho speso tre euro in più, ma forse con un po’ di spazio in più lava meglio.

Ci sono una lavatrice e un’asciugatrice dedicate alla roba per gli animali, buono a sapersi.

Trovo affascinanti questi posti. Finora li ho usati solo in vacanza, soprattutto durante il Camino de Santiago, una volta a Los Angeles. Usarne una a Ivrea dà una sensazione strana, quasi di vacanza, appunto.

In genere ci trovi qualcun altro che aspetta. A volte sono incontri interessanti. Ora non c’è nessuno con cui fare due chiacchiere. Ci sono due macchine che girano oltre alla mia, una è l’asciugatrice dedicata agli animali. I relativi clienti saranno in giro a fare commissioni, o forse abitano qua intorno.

Sono qui perché si è rotta la lavatrice. È venuto un tecnico a vederla. La diagnosi è che non è riparabile: cambiare la scheda bruciata sarebbe costato 300 euro, ma ha notato che era rotto anche il cuscinetto del cestello. È elettrosaldato e non si cambia.

Dieci anni fa abbiamo speso sui mille euro, senza pensarci più di tanto, per la lavasciuga che si è rotta. Ora prendiamo due pezzi separati: lavatrice e asciugatrice, forse riusciamo a ficcarli da qualche parte. Sempre sui mille euro si spende, ma stavolta qualche riflessione in più l’abbiamo fatta prima di decidere. Sarà la differenza tra lavorare ed essere in pensione, o un segno del declino della classe media.

Il ciclo di lavaggio sta per finire. Sono tornate le proprietarie dei vestiti nelle due macchine in azione. Piegano meticolosamente ogni capo. Con una abbiamo parlato un po’, mi ha spiegato come usare l’asciugatrice. Le ho detto della lavatrice rotta e lei mi ha raccontato di un suo episodio di riparazione, anni fa, prima che morisse suo marito. Ora vorrebbe avere i soldi per comprarla una lavatrice, detto un po’ scherzando. Sembrava una persona felice, comunque. Forse davvero si dà troppa importanza al denaro.

È entrata un’altra signora, ha guardato i prezzi ed è uscita dopo aver esclamato un “troppo caro” con tono lamentoso. È risalita sul suo Toyota Rav 4 ed è andata via. Sì, deve essere proprio il declino della classe media.

Ogni tanto esco a fumare una sigaretta. C’è un asilo qui davanti, coi bimbi che giocano in cortile. Hanno una struttura di legno con una specie di ponte tibetano fatto con dei copertoni: mi ci sarei divertito da piccolo.

Ora i vestiti sono nell’asciugatrice.

Che gira, e asciuga, e gira.

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