Giochi di carte

Immagine generata da ChatGPT
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Ieri pioveva, niente passeggiate, siamo rimasti rintanati in casa a giocare a Burraco.

Quando gioco a carte mi chiedo spesso cosa ci attira in questo tipo di giochi. Credo esercitino qualche capacità, che abbiamo tutti quanti, e che non saprei definire meglio che capacità di affrontare la vita.

In tutti i giochi di carte c’è una verità che è in parte nascosta a tutti (quali carte e in che ordine ci sono ancora nel mazzo), in parte nota solo ad alcuni (le carte che ognuno ha in mano), in parte nota a tutti (le carte in quel momenti visibili, la fila degli scarti), e c’è anche una verità che è nota solo ai più bravi (le carte che sono state visibili in passato e non lo sono più, questa verità è di fatto nota solo a chi riesce a ricordare la storia della partita).

C’è un obiettivo da raggiungere (raggruppare le carte secondo certi criteri) e c’è una forma di collaborazione col socio, collaborazione resa problematica dal fatto che i due non conoscono la stessa verità e che, a volte, non sanno rinunciare a un progetto troppo personale in nome di questa collaborazione.

Le decisioni prese durante la partita sono basate su un misto di conoscenza, abilità e azzardo (la decisione che sto prendendo sarà giusta se la verità nascosta è quella che immagino).

Inoltre la situazione si modifica continuamente. La possibilità che una determinata strategia funzioni dipende non solo dalla verità nascosta, ma anche dalle scelte che via via vengono fatte (da me e dagli altri giocatori). Insomma una buona parte della verità nascosta sono le scelte che faranno gli altri.

Che metafora migliore ci può essere della vita ?

Non mi piacciono i giochi troppo competitivi. In genere non ci provo neanche a ricordare le carte. Ma mi piace molto il dispiegarsi del gioco, il comporsi dei vari schemi. Le strategie di ognuno che si confrontano e si attorcigliano.

In generale prendo un po’ così tutte le cose della vita. Il naufragar m’è dolce in questo mare.

Ma capisco che l’approccio kaleidoscopio alla vita non sia l’unico interessante. In fondo anche chi riesce ad impegnarsi o addirittura ad arrabbiarsi per una vittoria che sa in anticipo non servire a niente non attua una forma di contemplazione ? Un po’ come impegnarsi a fare un bel mazzo di fiori o un disegno sulla sabbia.

E di qualsiasi traguardo ci poniamo nella vita si può dire, abbastanza tranquillamente, che non serve a niente. Il bello sta solo nel provare a raggiungerlo.

the journey is the reward

Confucio (o Steve Jobbs)

2 pensieri su “Giochi di carte”

  1. Bello!
    Molto bella questa rilettura del gioco (può essere di carte, ma non solo; vuoi mettere gli scacchi!?) come metafora della vita.
    Io sono abbastanza competitivo, quindi prediligo i giochi che propendono sulle abilità piuttosto che sulla sorte (tipo gratta-e-vinci).
    Ma mi accomuna a te il piacere di lasciarsi un po’ andare certe volte, “naufragando in questo mare” (lo sai! 🙂 )

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