Elia

Due cani

Noè ed Elia
Noè ed Elia

Un cane arriva nella tua vita quando decide lui, un po’ come fanno a volte i figli. Nella nostra ne sono arrivati due: Noè ed Elia.

Tanti anni fa c’era stata Nala ad abitare con noi, ma allora la famiglia era più numerosa, al cane badavano principalmente i nonni e con lei ci giocava, quando se ne ricordava, Edo. Ora dobbiamo occuparci noi di entrambe le cose. E farlo con due cagnolini è un’impresa. Dopo un mese abbastanza estenuante in cui abbiamo provato a tenere entrambi Noè ha cambiato casa. Credo abbia anche cambiato nome, a volte bisogna tagliare i ponti col passato.

Un cane

Elia
Elia

Elia da solo sembra più gestibile. Era il più tontolone dei due, Noè era decisamente il capo branco. Elia il primo giorno che è stato da noi si è avventurato sul muretto che separa il nostro cortile da quello del vicino ed è caduto, per di più dalla parte sbagliata. Sembrava avere più difficoltà dell’altro a capire cosa vogliono gli umani, l’altro ci arrivava prima, ma ha imparato anche rapidamente a non tenerne conto. Insomma dei due è restato quello timidone e mammone. Vedremo cosa ne uscirà.

Dalla curva di crescita sembra diventerà un cane abbastanza grosso. A 14 settimane pesava 9.5 kg. Sembra che la regola sia che diventino il doppio di quanto pesano a questa età, ma alcune fonti prevedono 30 kg. Vedremo anche questo. Ora ha sei mesi e mezzo e ne pesa 23.

Lucio

È indubbio che per vivere assieme a degli esseri umani un cane debba assoggettarsi a una serie di regole. D’altra parte è vero anche per i bambini.

Con un cane è per qualche verso più difficile: c’è meno tempo. Un cane cresce molto rapidamente. Se nel primo mese o due forse l’unica preoccupazione è che non riempia di escrementi la casa o non rosicchi troppi cavi, mobili e tende, nei mesi successivi diventa una cosa in grado di fare del male ai membri della famiglia e a chiunque incontri ed è anche in grado di andarsene in giro incontrollato. Oltre naturalmente ai rischi di far del male a se stesso.

È urgente quindi che prenda l’abitudine ad obbedire. Ci si può affidare al proprio buon senso, o a qualche filmato su YouTube per questa educazione. Noi abbiamo optato per un professionista. Lucio abita vicino a noi e addestra cani. Abbiamo fatto il suo corso classico: due ore al giorno per cinque giorni consecutivi. Alla fine è riuscito a insegnargli alcuni comandi base: “Seduto”, “Terra”, “Torna”, oltre a non abbaiare quando passa davanti a cancelli con cani che abbaiano dall’altra parte. Non volevamo un cane da circo, ma un minimo è davvero un salvavita.

I comandi funzionano se è tranquillo: se vede un altro cane non c’è “Torna” che tenga. Inoltre è tremendamente espansivo, se vede una persona che conosce le salta addosso per riempirla di leccate e non tutti ne sono contenti. Quando lo portiamo in giro in genere sta a tiro di voce e se lo chiami arriva, ma se vede qualcosa di interessante dall’altra parte della strada attraversa senza curarsi del traffico. Per queste situazioni non c’è che il guinzaglio.

Il veterinario dice che in genere capiscono cosa vuole il padrone, e che usare questa leva sia sempre preferibile. A me sembra che spesso facciano esattamente il contrario di quello che vuoi proprio per ribellione, per affermare la propria indipendenza, come farebbe un bambino.

Sentimenti

È una cosa abbastanza difficile capire i sentimenti di un cane. Non ha mimica facciale. Gli occhi e l’atteggiamento complessivo rivelano qualcosa, ma ci vuole tempo per capirli. Quando lo porti a passeggio sembra felice e quando è steso sul suo cuscino mentre guardiamo la TV sembra triste. Se ti viene a scodinzolare vicino mentre prepari da mangiare è abbastanza chiaro che vuole da mangiare.

Quando gli metto il guinzaglio, a volte, direi che è arrabbiato. Cerco di farlo il meno possibile, ma spesso è inevitabile. Lasciarlo libero di scorrazzare per le stradine di campagna è un piacere sia per lui che per me.

Non so se si può chiamare amore quello che provi per un cane. All’inizio lo vedevo come un essere che girava per la casa pretendendo delle cure in cambio di un po’ di compagnia. Ora quando mi guarda con quegli occhioni penso mi mancherebbe molto se non ci fosse.

Spiritualità

Magari a qualcuno può sembrare strano parlare di Spiritualità a proposito di cani, ma credo che la convivenza con un animale possa essere una forte esperienza spirituale.

Simbiosi

Uno dei primi aspetti di questa relazione che viene in mente è la totale dipendenza del cane rispetto all’uomo. Un cane, magari una comunità di cani, potrebbe vivere tranquillamente senza gli esseri umani. Lo fanno i loro cugini lupi, del resto. Ma un cane nel nostro mondo, un cane in una città di uomini, può vivere solo se gli umani glielo permettono, se lo accudiscono, gli danno da mangiare, dove dormire.

Questo fa di noi dei benefattori o degli schiavisti ?

Direi né l’uno né l’altro: siamo semplicemente in simbiosi con loro. La cosa è nata, e in qualche caso continua, con una accordo tipo ti do da mangiare / mi guardi le pecore, o mi cerchi i tartufi, o azzanni i ladri. Per la maggior parte delle persone che adottano un cane è diventata ti do da mangiare / mi fai compagnia.

Ma fare compagnia è una cosa complessa. Esula completamente dal razionale e entra a pieno titolo nel regno della spiritualità. Coinvolge le emozioni, gli affetti.

La prima riflessione che mi sono reso conto di fare pensando al mio rapporto con Elia è stata: ma Dio vede me come io vedo il cane ?, comunichiamo nello stesso modo? È in simbiosi con me?

Calma

La cosa più importante che un cane ti comunica è un significato diverso del tempo. Pensi alla tua vita, sempre affannata per raggiungere qualche obbiettivo, fosse anche solo capire delle cose. Poi guardi la sua, immagini come sia vivere come lui, senza uno scopo apparente. Come sia provare gioia o dolore per il tempo strettamente necessario e poi dimenticarsi di tutto. Non avere niente da capire, nessuno scopo da raggiungere, nessuna missione da realizzare. Ed essere felici.

Comunicazione

Come comunichiamo coi cani?

È un tipo di comunicazione assolutamente non verbale. Possiamo illuderci che capisca il linguaggio umano, ma credo sia, appunto, un illusione. Capisce, certo, ma capisce nonostante, o al di là delle parole. Non vorrei spingermi troppo in là, ma credo siamo più nel campo della telepatia. Un cane percepisce le nostre emozioni, non il nostro pensiero razionale. Ci sono aspetti razionali in questa comunicazione, quelli più direttamente collegati ai bisogni. Abbaia o mugola per dirti che ha fame, sete, o che vuole uscire a fare la sua passeggiata. Puoi urlare tu o in casi estremi usare o mimare un gesto violento per fargli capire che non deve rosicchiarti il divano, ma se la cosa si fermasse a questo sarebbe una comunicazione decisamente scarna.

E invece è molto ricca. E riguarda altro. Riguarda il farsi compagnia, il darsi un senso, riempire le proprie vite. E, di nuovo, non credo sia molto diverso dal nostro dialogo con l’Assoluto, con quell’altro da noi che sentiamo e che la ragione non riesce ad afferrare.

Provo a fare il percorso inverso: analizzare il mio dialogo con Dio e applicare quello che scopro al dialogo col cane. Credo sia in buona parte una comunicazione basata sul contesto. Interpreto quello che mi succede, i guai, le gioie, le coincidenze come voce di questo padrone. Padrone forse immaginario, magari Dio non esiste, ma se questa voce di Dio acquista un senso posso dedurne che veramente il padrone c’è e vuol parlare con me.

Chissà se lo fa anche Elia?. Se gli do un biscotto e una carezza per premiare un qualche suo comportamento provoco solo un riflesso pavloviano o innesco un pensiero che finisce per legarci in modo più profondo?

Certo lui non può capire i miei problemi, non riesce neanche a capire che se non sta vicino a me per strada rischia di essere maciullato da un’auto. Non capisce che girare col guinzaglio, cosa che odia, è nel suo interesse, ma capisce che se si fida di me le cose vanno meglio per lui. Forse non è poco.

Stamattina, mentre lo portavo in giro e tirava il guinzaglio come un dannato perché chissà cosa aveva visto gli ho detto “Smettila di tirare, non ho nessuna voglia di strangolarti”. E ho immediatamente pensato: “Chissà che non lo dica continuamente anche Dio a me”

 

 

 

1 commento su “Elia”

  1. Mi spiace Vins, ma sui cani …non ti seguo.
    Non fa per me, almeno non ora, non qui, in questa fase della mia vita.
    Chissà, magari da pensionato……

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