Forse la forza di volontà è solo la voglia di farsi una doccia e buttarsi su una brandina. Gli ultimi chilometri li ho fatti grazie a quella.
Ormai mi stanco meno di un peruviano fatto di foglie di coca, ma i piedi sono la mia rovina. Tra vesciche e dolori vari mi devo fermare spesso per trovare un po’ di sollievo. Quando riparto protestano parecchio. Un dolore da “che cazzo stai facendo”. Poi se ne fanno ragione. O sono le endorfine.
Comunque oggi mi sono steso per far riposare un po’ i piedi e ho dormito per due ore, quindi stanco dovevo esserlo.
Percorso molto bello per arrivare qui, l’ultimo pezzo lungo un canale. Il sole picchia forte, bisogna muoversi al mattino anche per questo motivo.
Domani solo 18 km fino a Carrion de los Condes. Andare al paese successivo è proibitivo, sono altri 18, e una tappa da 36 non potrei reggerla.
Albergo municipale col solito standard decente. Quelli privati possono essere molto meglio o molto peggio, sono un po’ una scommessa.
Gli ospiti qui mi piacciono poco in generale. Di nuovo un posto in cui è difficile legare. Coppie o gruppetti chiusi che evidente non cercano contatti nuovi. Tedeschi e francesi i peggiori.
Ho dimenticato il cavetto di ricarica dell’iphone nell’albergue precedente. L’avevo appeso all’angolo del letto per averlo a tiro, ma vestendomi al buio non l’ho visto.
Non sono abbastanza organizzato per ’sta cosa, mi sa.
In questi paesini sperduti non c’è neanche un tabaccaio, figurati uno che vende accessori per cellulari. La prossima città un po’ grande è Sahagun, a 62 km da qui. Tre giorni. Oggi me l’hanno imprestato due ragazze italiane. Ho provato diverse lingue prima di capire che lo fossero.
lusso
Oggi la presa di corrente è addirittura in un’altra stanza, ed è unica per una ventina di persone.
È strano il concetto di lusso. Un albergo a tante stelle lo paghi caro per cercare cose come una bella posizione, camera spaziosa e accogliente, personale gentile. Qui il lusso sono le prese di corrente vicino al letto.
Ho comprato al supermercato due bottiglie di yogurt. Avevo provato già ieri e sono una cosa eccezionale da avere a tiro mentre cammini. Tolgono contemporaneamente sia fame che sete. Ho preso anche delle buste con frutta secca e uvetta, e in arancia. Il completo del camminatore. Assieme a un po’ d’acqua ti permettono di sopravvivere all’assenza di bar. Anche un panino e una birra dopo 10 o 15 km di camminata sono un lusso.
Carrion
Di nuovo niente Wi-Fi ieri quindi vado avanti.
Niente Wi-Fi nemmeno oggi, in effetti, sto usando quello di un ristorante.
Non so cosa significhi Carrion. “de Los Condes” significa “dei conti”. Silvia si chiamerebbe Silvia de Los Condes in Spagna, non male.
Penso spesso alle lezioni di Feldenkrais in questi giorni. Quando comincio a sentire dolorini strani o mi sento troppo stanco è segno che non sto camminando correttamente. Allora faccio un ripasso mentale delle lezioni e mi rimetto in sesto.
C’è una lezione in particolare che ricordo. Sdraiati per terra si alza da terra la spalla sinistra e l’anca destra, provando a sentire la diagonale che le lega. Poi l’altra diagonale. Prima lentamente, poi sempre più in fretta, quanto si riesce a farlo senza perdere la coordinazione. Con Silvia che dice “hop hop hop”. Si ha proprio la sensazione di camminare mentre si è sdraiato per terra. Beh, quell’”hop hop hop” me lo ripeto camminando e vado come una spia.
vesciche
Vesciche permettendo.
Non so perché i Compeed siano ancora in vendita. Per la mia esperienza sono una vera schifezza. Alla fine di una camminata sono quasi totalmente staccati dalla pelle e in buona misura fusi col tessuto del calzino, e toglierli da lì è praticamente impossibile. Oggi ho comprato un paio di calzini nuovi per averne almeno un paio Compeed-free. I cerotti normale reggono poco anche loro, ma almeno non si attaccano dove non devono.
Non sono il solo ad avere problemi. Le farmacie sono piene di gente che mostra i piedi rovinati al farmacista. Non credo abbiano soluzioni.
Oggi ho mandato lo zaino per posta. Mi sa che lo rifarò, almeno finché i piedi non guariscono.
qui
Bella Carion. Finalmente una città vera, che vive, ovviamente anche del Camino, ma esiste anche di suo, con gente normale in giro, che fa la spesa, che gira in auto, che urla nei bar. Ho trovato anche il cavetto dell’iPhone.
In teoria siamo ancora nelle Mesetas, ma il paesaggio qui è già molto diverso. Oggi tutta la camminata lungo un corso d’acqua, con alberi che fanno un’ombra deliziosa. Svegliarsi presto resta comunque essenziale, e camminare al mattino presto è molto bello.
the old man
Lo incontriamo spesso. Si vede che andiamo con un’andatura simile. È quello che ci ha trovato il posto per dormire in palestra. Una persona gentilissima, mi piace da morire. Ha 82 anni e cammina un po’ curvo, ma con un passo deciso. Ieri eravamo nello stesso dormitorio, mi ha visto mentre mi massaggiavo i piedi doloranti e si è avvicinato per chiedermi che problemi avevo. Parla solo spagnolo e non riusciamo a comunicare più di tanto. Ci parliamo con gli occhi e coi sorrisi. Ed è bellissimo. Una di quelle persone che sei contento esistano.
Connie riesce a parlarci. Mi ha detto che era un ingegnere prima di andare in pensione. Mi sono stupito che un ingegnere non sappia l’inglese. Lei dice che nella Spagna di Franco era abbastanza normale. Un paese che si è lentamente aperto al mondo dopo il 1975. Ai tempi del nostro amico non avevano bisogno di confrontarsi con i paesi intorno.
Per i piedi prova la vaselina, mettila al mattino prima di infilarti le calze. Ciao
Tieni duro Vins! Non mollare.
Superata la metà,… è tutta discesa. 😉
Ti seguiamo sempre con affetto.