Un’altra grande città. Non l’avevo mai sentita nominare. È un centro di 115 mila abitanti, con un sacco di chiese e molta vita per le strade.
Il viaggio fin qui è stato piacevole. Ci siamo ritrovati per strada con Connie, Cristina e Laura.
Avevamo prenotato insieme in questo Albergue de Pelegrinos, ma arrivati qui c’è stata l’amara sorpresa di scoprire che le prenotazioni scadono alle 15, se arrivi dopo devi confermare che sei ancora per strada, se no il tuo posto lo danno a un altro. Siamo arrivati alle 16:30 e c’erano solo due posti liberi. Cristina e Laura si sono sacrificate e sono andate a cercare un posto da un’altra parte. Spero abbiano trovato facilmente.
I grossi albergue
Solita grossa camerata, solita difficoltà a trovare dove appoggiare le cose e a trovare una presa per ricaricare il telefono.
Dalla finestra del dormitorio una bella vista sulla chiesa qui di fronte.
Non mi piacciono molto questi posti enormi. Diventi un anonimo pellegrino che dorme in uno dei tanti letti. Non è facile legare con le persone.
Tra l’altro l’età media qui è piuttosto bassa, vecchietti pochi, e anche poche le persone conosciute.
Viana
Venendo qui abbiamo attraversato un altro posto interessante, Viana.
Pieno di chiese molto antiche. In una c’erano i resti di qualche Borgia che, non so come, è venuto a morire qui. Un signore che abita di fronte alla chiesa, oltre a consigliarci di visitarla ci ha fatto un enorme spiegone, di cui, francamente, ho capito pochino. Comunque ci ha chiesto di raccomandare agli italiani di passare di qui per la storia legata in qualche modo al nostro paese.
Una scena buffa e insieme drammatica all’uscita della chiesa. Un signore in sedia a rotelle 2.0, quelle che sembrano una moto elettrica con tanto di manubrio era seduto con la moglie all’altro lato del tavolo davanti a un bar. Prova a mettere la retromarcia e mette invece quella avanti spingendo il tavolino in avanti verso la moglie, inchiodandola praticamente al muro. Siamo corsi in auto e lui mettendo finalmente la retro rischia di ribaltarsi sul bordo di un aiuola. Alla fine non è successo niente di grave e ci ha ringraziato calorosamente.
venta
Appena prima di Logrono siamo passati davanti ad una casa in cui una signora vendeva bibite e altre cose ai pellegrini. Ci ha raccontato che è una tradizione di famiglia. Lo faceva già la sua bisnonna. Abbiamo chiacchierato un po’ con lei. Metteva anche il sello e aveva esposte, incorniciate, tre credenziali di un signore, non ho capito come legato a lei, che aveva percorso il Camino 36 volte.
Navarrete
Oggi tappa brevissima. Ero distrutto. Navarrete è solo a 12 km da Logrono, e considerando che il raggio della città è almeno di 6, vuol dire che sono ancora qui.
Abbiamo fatto lo sbaglio di comprare roba per mangiare al sacco. Pesa molto e aggiungo al fatto che col sole tutti i vestiti pesanti erano anche loro nello zaino è finita che ’sto coso pesava parecchio. Domani sarà meglio: sembra che piova.
Il paesino è carino. C’è una chiesa molto grande, esagerata direi per un posticino così. Hanno anche un botafumero, uno di quei grandi incensieri che usano a Santiago.
L’albergue ha quattro ospiti oggi. Non si ferma molta gente qui. Giornata rilassante anche per questo.
Finalmente vediamo anche te!
Abbronzato nonostante il brutto tempo e bello rilassato, molto bene 👍
Fa ridere che bramiate la pioggia per alleggerire lo zaino.
Ancora nessuna bomba, puoi stare tranquillo e continuare a goderti la disintossicazione dalle news, ho molta invidia per questo riuscito distacco dal mondo. Che poi…sei al mondo comunque e vivi bene ugualmente…bisogna ricordarlo più spesso 🤗
Camminare ti fa senz’altro bene: sei molto più fotogenico da “dinamico” che da “statico”!
E con quella bandana sulla fronte e gli occhi fessurati dal sole …sembri sempre più un Maestro Zen! 😀