Leopolda 10 – Il sabato

Migliaia di persone in coda.
Sento dire da qualcuno, un po’ illuso, qui di fianco, sta parlando con qualcuno al telefono: “se per caso ci fanno entrare … “. La maggior parte sa benissimo che non entrerà. Eppure restano qui. Forse perché sperano in qualche forma di miracolo, forse perché ormai sono qui, molti arrivati dai posti più disparati d’Italia, e non sanno bene che altro fare. Ma molti, credo, rimangono qui per esserci. Perché è proprio questa coda l’evento. Un modo di dire “c’ero anch’io”, una dose addizionale di voto.
Qualcuno si lamenta dell’organizzazione. “ma allora questa pre-registrazione a cosa serviva?”
Già.
Secondo me Renzi ha puntato proprio su questo: voleva queste persone qui in coda, voleva sfruttare l’impatto mediatico di tutta questa gente assurdamente in attesa di entrare in un posto che non lo può contenere per un banale fatto di incomprimibilità fisica. Leader spregiudicato che usa i suoi eserciti come carne da canone per una giusta causa.
A proposito: è appena passato uno col microfono e il cameraman che lo riprende e dice ai suoi telespettatori “Ecco, vedete, la Leopolda inizia da qui”. Matteo ha ottenuto il suo scoop.
Le Troup sono diverse. Ho girato l’angolo e ora si vedono, intervistano la gente in coda.
La gente continua a sbarcare dai mezzi e guarda stupita la coda. Qualcuno fa il furbetto e prova a inserirsi a metà, nessuno se ne preoccupa, la maggior parte si incammina diligentemente verso l’angolo, ancora non immagina cosa c’è dietro.
Sono arrivato al cancello del parco, ovviamente di entrare davvero nella vecchia stazione neanche a parlarne. Incredibilmente il Pass “Vincenzo” di ieri è servito a evitare un prezzo di coda. Molti entrano e se ne vanno via appena si rendono conto di essere stati dirottati in un cortile col maxi schermo (neanche tanto maxi, per dirla tutta).
Non so quanto posso resistere qui in piedi: anche il gradino di ieri è già occupato. Almeno, per il momento, non piove.
Hanno messo dei gabinetti chimici, forse dopotutto non era di cane la puzza di piscio che sentivo ieri.

Riinizia

All’altoparlante una ha detto: “Buon giorno a tutti quanti, se ci accomodiamo cominciamo”. Risata generale, amara.
Trasmettono frammenti del discorso di Renzi di ieri, sta dicendo che il fatto che la Leopolda sia troppo piccola per l’evento dimostra che c’è un popolo che non ha paura di dire quello che vuole. In effetti non c’è molto modo di dirlo. Al momento vorrei una sedia.
Zaffate di marijuana anche qui. La prosa mi viene già più scorrevole.
La ministra Bonetti presenta un tipo che ci parla del problema, secondo lui, più grande dell’Italia: quello che facciamo pochi figli.
Ma è davvero necessario incrementare la natalità? Non siamo già troppi? Perché guardare solo all’Italia?
Se ci sono tanti giovani che non studiano e non lavorano il problema non è che tarderanno a fare figli, il problema è che abbiamo una massa di gente che fa una vita di merda.
Ok, un punto giusto l’ha detto: la povertà delle famiglie influisce sull’educazione dei figli e quindi, in definitiva, sulla massa di persone non realizzate.
Ma non sono d’accordo con le misure che sta proponendo: asili nido e unità abitative per i giovani. Le misure per curare tutti questi problemi secondo me sono quelle che favoriscono l’occupazione: istruzione adeguata, infrastrutture, tasse basse etc…
Alla fine ‘sta Bonetti mi ha intristito.
Perché dare dei soldi alle famiglie per migliorare le attività educative? Dalli alla scuola.
Partono i tavoli di lavoro. Per quelli dentro. Mi sarei aspettato che prevedessero qualche forma di partecipazione anche per quelli fuori (o, ancora meglio, via internet) ma sembra di no. Renzi si scusa. La gente esce.
Mi sa che vado a farmi un giro per Firenze.

Ripresa

E rieccoci qui nel pomeriggio. Tra un po’ dovrebbero mostrare il simbolo del nuovo partito. Intanto ci sono interventi dei ggiovani. Sta parlando il sindaco di un paesino calabrese che urla. Dice che hanno fatto diventare il comune digitale, ma non ho capito cosa vuol dire.
Prima c’era una che ha detto che siccome era una millennial leggeva il suo intervento dallo smartphone. Ma dove li prendono?
Parla ora un imprenditore toscano. Sembra quella canzone di Bennato, festa di piazza.
Saranno anche bravi, per carità, ma quando parli a slogan da un palco sembra sempre un po’ tutto banale. Questo parla male del reddito di cittadinanza.
Ed ecco un ingegnere informatico. Sindaco di non so cosa, ma ha vinto contro uno della lega e ci dice che la lega può essere battuta. “quand’è che la politica comincerà a parlare dei problemi delle persone?” mmm … originale!
Questa mi piace! Critica d’arte se ho capito bene. Dice che non ha votato per anni e ora ha incontrato Matteo sulla via di Damasco (non l’ha detto … è mia, ma il senso era quello). Dice che la sfida di Italia Viva è riportare al voto quel 40% che ha smesso. Ci sta. Uhh brava, parla della sovrappopolazione e dice di non enfatizzare troppo il problema della de-natalità italiana. Brava: peccato non aver capito come si chiama.
Ora c’è uno che legge banalità. Le banalità lette sembrano ancora più banali. Tra l’altro c’è l’ha con la piattaforma Rousseau credo, ha detto che non bisogna basarsi su piattaforme e algoritmi inventati (per distinguerli dagli algoritmi che si trovano in natura, direi).
Si sente un uomo vero e vivo.
Se questi sono i giovani preferirei vedere gente un po’ più attempata.
Chiedono soldi per il partito. Se in cambio mi dessero una sedia, o, mettiamo, un giornale per sedermi per terra, qualcosa gliela darei anche.
Ora parla uno che non ha la bacchetta magica per risolvere tutti i problemi dell’Italia. Sono tentato di credergli.
Siamo all’ultimo intervento di ‘sto strazio.
Io, che non sono un millennial, ho attaccato un power bank al mio smartphone, ‘chè si stava scaricando la batteria.
C’è Matteo che presenta il simbolo della nuova casa. Ma la prende lunga.
Dialogo a distanza con Salvini in piazza San Giovanni: “questa casa è a prova di ruspa”, pare che Salvini stia sparando insulti verso Renzi, ma non si erano sfogati da Vespa?

Il simbolo poi è quello che avevo scelto io: ma non è che sia ‘sto granché, preferivo quello di makkox. Bravo il Matteo a creare suspense con una menata del genere.

Bene, me ne sono andato, magari ripasso domani mattina a vedere che fanno, mentre aspetto il treno, ma posso cominciare a tirare qualche somma.
Io il voto glielo do. Non so se mi iscrivo al partito, voglio guardare bene questo manifesto dei valori che hanno elaborato, ci sono un paio di cose che non mi convincono. In ogni caso farei entrambe le cose (votarli e iscrivermi) per il motivo che accennavo nell’altro post: la mancanza di alternative.
Insomma sono un po’ deluso.
Uno dei motivi della delusione è questo insistere sulla quota 100 senza prevedere soluzioni alternative, ma di questo ho parlato ieri. L’altro aspetto deludente è che Italia Viva si presenta come un partito decisamente verticistico, con scarsa partecipazione dal basso. Renzi, anche se dice il contrario, non vuole una base con delle idee, delle proposte, vuole una clack, un serbatoio di voti e di donazioni.
Non puoi creare un partito nel 2019 senza prevedere un meccanismo di partecipazione via rete, questi comitati civici hanno solo connotazioni locali, potranno far emergere temi di interesse locale (che come tali saranno ignorati). Gli input dal basso che siano di natura generale rischiano inevitabilmente di essere filtrati. Faccio un esempio molto estremizzato che mi sembra renda l’idea: supponiamo che ci sia qualcuno in un comitato che ha una proposta che tendenzialmente sarebbe accettata da una persona in ogni comune. Sarebbe una proposta buona, di fatto condivisibile da un migliaio di persone. Ma se l’organizzazione ha struttura territoriale un’idea del genere non ha possibilità di emergere in qualunque comune sia presentata, perché risulterebbe supportata solo da una persona.

Insomma, si affannano a denigrare la soluzione 5S, ma credo che sull’aspetto partecipazione la gente di Grillo sia decisamente più avanti. Con tutti i rischi che la cosa comporta: se in una discussione tra un professore e una mamma no vax vince la seconda c’è qualcosa che non va.

La democrazia rappresentativa immagino sia nata proprio pensando a problemi come questo. Facciamo governare pochi, scelti, perché la massa è ignorante. Ma oggi ci sono fasce sempre più ampie di persone che ignoranti non sono, sono preparati e anche desiderosi di intervenire nel dibattito pubblico. Devi trovare il modo di farli partecipare, devi dargli dei bottoni da premere. Come distingui gli ignoranti dagli altri? E anche gli ignoranti non hanno diritto di esprimere almeno le loro necessità?

Ecco, da un partito che nasce oggi mi aspetterei risposte a queste domande.

13 pensieri su “Leopolda 10 – Il sabato”

  1. Ok, metto per iscritto qualche battuta che ci siamo scambiati poco fa al caffè, giusto per i posteri, per poter dire (e dimostrare) fra qualche tempo che: “Io te l’avevo detto!”.
    Esattamente come oggi posso dire che Renzi si porta ormai dietro il suo “peccato originale” di aver fallito il famigerato referendum del 4 dicembre 2016 per eccesso di personalismo.

    Anch’io spero, come hai risposto al buon Boris, che nell’agone politico vincano i moderati e non i populisti.
    Ma dubito ormai che Renzi sia il leader giusto per sconfiggere l’altro Matteo. Sono due facce della stessa medaglia, si sorreggono l’un l’altro a botte di insulti, finalizzati solo ad aizzare le proprie truppe.
    Ma il tempo di “Moltinemicimoltoonore” è passato.
    Se anche sia vera la leggenda che attribuisce questa frase a Lui, ora però non abbiamo più bisogno di ducetti.
    E questo lo direi in particolare a Renzi, ché su questo piano Salvini c’ha gioco facile.
    Va a finire che poi dobbiamo dare ragione a Boris…. 🙂

    PS: e mi sa che il servizio d’ordine di Piazza San Giovanni, c’avrà pure la testa rasata, ma non puzza di marijuana!!

    1. Anch’io farei volentieri a meno dei ducetti, compreso Renzi. Purtroppo il livello di maturazione medio è troppo basso, non sembra esserci spazio per una elaborazione politica calma, non urlata, meditata, senza nessuno che presuma di avere la sfera di cristallo, senza nessuno che demonizzi gli avversari. Le formazioni politiche si coagulano solo intorno a personaggi carismatici, bravi soprattutto a tenere banco nei talk show, capaci a dire senza ridere “basta con la politica degli slogan”, che è uno slogan.
      E allora se un ducetto ci deve essere almeno che sia uno bravo, e Renzi lo è, che sia uno che oltre agli slogan saèèia fare scelte serie per il paese, e anche qui credo lui sia la persona giusta.
      Sul referendum continuo a pensare che sia fallito non per i personalismi di Renzi quanto per il fuoco amico, di persone della sinistra che hanno preferito votare “male” pur di uccidere quello che ritenevano un avversario politico.
      Non puzzano di marijuana questi altri, ma davvero non farei il cambio.

  2. Sì, concordo che purtroppo ormai se non sei divisivo, non hai visibilità.
    Se non sei un Rottamatore …con la Ruspa (vedi la stessa medaglia? 😉 ), non ti caga nessuno, vero.
    Ma quanto dura? A mostrarsi impavido, a petto (villoso) nudo verso il nemico, prima o poi una pallottola in petto te la becchi! E nel contempo non ti accorgi del “fuoco amico” di quelli dietro di te che (dicono) stanno mirando all’altro Matteo.
    Se guardi alle ultime esperienze politiche italiane è stato sempre così per “l’uomo forte”: da Berlusconi a Renzi a Salvini.
    Insomma, hai ragione nel pensare che il referendum sia stato affossato principalmente dal tradimento di buona parte della SX, ma questo è dovuto appunto all’eccessivo personalismo di Renzi. È un’aggravante, non una scusante.

    …Ma forse stiamo dicendo essenzialmente la stessa cosa! 🙂

  3. Sono ammirato dal fatto che tu abbia ancora voglia di partecipare direttamente, facendoti carico di un viaggio e di una presenza a Firenze non proprio comodissima. Interessante pure il tuo contributo nel raccontare quello che hai visto ed ascoltato. L’unica proposta del Renzi attuale che condivido, come principio, è, però, proprio quella che tu avversi, la famigerata quota 100. In primo luogo perché il nome è ambiguo: si è portati a pensare che chi arriva a sommare anni di contributi ed età anagrafica ottenendo il magico numeretto 100 o più di 100 possa ottenere l’ambita pensione. No, non è così: servono almeno 38 anni di contributi e almeno 62 anni di età, di quale quota 100 stiamo parlando? E, aggiungo, non contano neppure i versamenti accreditati presso le gestioni previdenziali dei liberi professionisti. Un modo per creare, ancora una volta, un privilegio per i pochi / tanti aventi diritto con un costo esorbitante: 21 miliardi stanziati, 12 quelli che, probabilmente, si spenderanno. In questo periodo di “vacche magre”, meglio, molto meglio sarebbe stato utilizzarli per chi – decisamente in numero maggiore – ne avrebbe più bisogno. E, tra l’altro, non la si può nemmeno abolire ‘sta quota 100 senza il rischio di creare nuovi “esodati”: un pastrocchio insolubile. Altra cosa, invece, è ragionare sull’età pensionabile per tutti: servirebbero, anche in questo caso, notevoli risorse e si andrebbe contro tutte le economie occidentali che, invece, tendono a prolungare sempre più la vita lavorativa, però … Sarà perché, un po’ egoisticamente, io di contributi ne ho 33 all’INPS e 3 all’INARCASSA, sto per compiere 66 anni e la pensione, forse, arriverà ad inizio 2021!

    1. Pino,
      io non sto divendendo Quota 100. Sono d’accordo che è una cattiva soluzione, che investe un sacco di soldi per accontentare pochi, e male. Quello che rimprovero a Renzi e di far finta che il problema non ci sia, che sia giusto questo aspettare i 67 e rotti anni per andare in pensione. Gli rimprovero di voler dirottare quei soldi su quello che secondo me è un falso problema: quello della denatalità. Secondo me quei soldi andrebbero usati per trovare soluzioni migliori (e magari più inclusive: il tuo caso mi sembra da manuale) al problema pensioni.

      1. Avevo capito male, allora. Se quello che evidenzi e la mancanza di proposte di Italia Viva – che nome assurdo, immagino sulla scia degli studi di marketing della stessa società che ha inventato Forza Italia e le altre, innumerevoli, “Italia qualcosa” proposte da tanti – possiamo ragionarci. Oggi i costi sostenuti dall’INPS nel nostro Paese risultano più alti della media europea perché non si è ancora separata la spesa pensionistica da quella assistenziale (assegni mensili per gli invalidi, disoccupazione, reddito di cittadinanza, ecc.): questo sarebbe il primo passo, sempre dichiarato e mai attuato. Poi, però, bisognerebbe focalizzarsi meglio sul reale problema delle pensioni: troppo alta l’età pensionabile o troppo basse le pensioni che saranno erogate a chi deve ancora entrare nel mondo del lavoro o ci è entrato da poco? Penso che sia proprio quest’ultima la priorità e, a tale riguardo, mi pongo fra gli altruisti dato che non ho contribuito in alcun modo all’incremento dell’italica natalità. Almeno per quanto ne so …

        P.S. Perché, nonostante io abbia spuntato innumerevoli volte il check della notifica dei commenti via e-mail, non ne ho mai ricevuto neppure uno? Un bug fixing è indispensabile!

        1. Abbastanza d’accordo su tutto, anche sul nome di Italia Viva.
          Sulle notifiche a me arrivano. Forse funzionano se ti registri al blog, prima che al singolo articolo. Comunque devo trovare il tempo di imparare un po’ meglio wordpress: lo sto usando da utente naif.

  4. E come ci si registra al blog?
    Anche io ho sperimentato gli stessi problemi di Pino riguardo le notifiche dei commenti.

  5. Grandissimo blogger! Sei forte. Lo sapevo. 😉
    Ne parlerò ai Vertici Aziendali: non possiamo lasciarci sfuggire una Risorsa così fresca e giovane. Ti posticiperemo l’uscita in pensione.
    Contento? 🙂

  6. Mattia Santori leader del «Movimento delle Sardine», ospite a L’Assedio di Daria Bignardi – in onda tutti i mercoledì in prima serata sul Nove – ha confessato il motivo per cui ha smesso di seguire Matteo Renzi . Santori ha risposto così alla domanda della conduttrice sul potere della piazza: «La piazza non ha filtro. A me Renzi piaceva. Ero uno di quelli affascinati dalla novità. Dopo anni che mi piaceva, sono andato a vederlo alla Festa dell’Unità dal vivo, aveva questo dibattito per il referendum…E li mi è cascato, davanti al senza filtro. Mi sono cascate un pò le finzioni: la macchina del marketing commerciale, che ormai purtroppo accompagna la politica, quando la vedi dal vivo, senza filtri, si presenta per quello che è, mancanza di empatia. C’era proprio un distacco tra la realtà e la persona che c’era sul palco, cosa che secondo me non dovrebbe mai avvenire»

    Como la mettiamo con i nuovi estrusi?
    In alternativa alla fucina di neo “partiti” qui si propone un popolo “in partenza”; in alternativa a quelli contro, a quelli che sputtanano, a quelli che cercano consenso negli ambienti occulti o secolari, qui abbiamo gente che ha le orecchieced il cuore ferito. Ne vogliamo parlare? Buon anno , Totò.

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