L’egoismo è una linea che separa i trogloditi dai santi.
Una linea che si sposta verso l’alto man mano che l’umanità progredisce. Io non ho dubbi che quello che oggi identifichiamo come eroismo, santità, dovrà essere, in un domani non troppo remoto, il punto di arrivo di tutti. Non ho dubbi che ognuno finirà per spostare l’attenzione, il fulcro del suo interesse dal proprio io alla propria specie, o forse a insiemi ancora più ampi. Nel mentre possiamo misurare questo progresso, il progresso dei singoli su questa strada, con un concetto che chiamiamo egoismo, e ci teniamo informati l’un l’altro sul nostro e altrui punteggio attraverso il pettegolezzo.
L’uomo primitivo, volendo vale anche per gli animali, si muove regolato da diversi meccanismi che determinano il range di base del suo egoismo. Da una parte meccanismi come l’istinto di sopravvivenza o l’istinto di generare e difendere la prole sono una forza che spinge verso il basso (riferendomi al disegno), cioè verso l’aumento dell’egoismo. Dall’altra meccanismi come la compassione per i simili, il bisogno di relazioni con il branco spingono a comportamenti più altruistici. Sono indispensabili per un animale a riproduzione sessuata, ma anche per protezione reciproca, assicurazione in caso di difficoltà, trasferimento di know how etc. L’individuo è giudicato dal branco, il suo comportamento si situerà da qualche parte tra il massimo dell’egoismo accettato dal branco e il minimo che assicura la sua sopravvivenza come individuo. Al di sotto della linea di accettazione del branco vivono i trogloditi, al di sopra della linea di non comprimibilità (il massimo di altruismo che mi posso permettere senza mettere in pericolo la mia sopravvivenza o quella dei miei figli) vivono i santi.
E queste linee, come dicevo, si spostano. Si spostano nel tempo e anche geograficamente. Comportamenti giudicati in passato egoismo come rubare i pesci messi a seccare dal vicino, sono diventati comportamenti da trogloditi (in genere anche puniti dalle leggi). Comportamenti oggi border-line, come evadere le tasse, diventeranno, spero, comportamenti da troglodita.
I santi si muovono oltre la linea della sopravvivenza. Possono mettere la propria sopravvivenza a rischio in nome di un ideale, in nome di un miglioramento del gruppo. Sono loro che spingono le linee in alto. Non prendete santi in senso religioso: Falcone e Borsellino penso stiano di diritto in questa categoria, come pure chi fa uno sciopero della fame per salvare una radio o cose del genere.
C’è un interessante concetto nel buddismo, che illumina bene quest’idea del santo che spinge l’umanità a migliorarsi: è quello del bodhisattva.
Il bodhisattva è un super santo, che ha perfezionato la sua vita al punto di essere ad un passo dal paradiso. Nel paradiso buddista, il Nirvana, ci si entra da vivi. Il premio è di non reincarnarsi una volta morti (magari suona strano agli occidentali, ma il non reincarnarsi non vuol dire morire definitivamente ma in qualche modo diventare parte di Dio). Beh, insomma, questo bodhisattva è lì che gli manca un passo per raggiungere il risultato a cui ha lavorato per diverse vite, ma giusto prima di coronare questo successo gli viene un dubbio. “Ma non è che andarmene io in paradiso e lasciare tutti gli altri a soffrire alla fine è di per sé un atto di egoismo ?” Questo dubbio non gli permette di farlo l’ultimo passo, non gli permette di slegarsi completamente dall’umanità. Sceglierà di rimanere in questo mondo finché l’ultimo degli esseri senzienti non avrà raggiunto anche lui le soglie del Nirvana, solo allora il bodhisattva attraverserà l’ultimo confine.
Tutto questo discorso mi è venuto in mente pensando al problema dell’accoglienza dei migranti di questi tempi.
Quello che mi colpisce è che vedo una discussione tra trogloditi e santi (magari santi con le aureole degli altri, per parafrasare un altro detto, a volte). Da una parte si vede questa cosa incomprensibile di gente che gioisce a maltrattare chi è decisamente più sfortunato, dall’altra chi vuole imporre comportamenti ben al di sopra della linea di sopravvivenza (o che, almeno, rischiano di essere percepiti tali).
In un epoca di instabilità economica, di forte disoccupazione, di stato sempre meno capace di erogare servizi essenziali è assolutamente comprensibile che molte persone si sentano minacciate al pensiero di un arrivo, magari in numeri consistenti, di nuovi poveri che rischiano di assorbire quel poco ossigeno che può venir distribuito a chi sta peggio. Ci saranno sicuramente anche tra loro persone disposte a dividere il mantello in due, anche a costo di patire un po’ più freddo di quanto possono sopportare, ma queste cose non si possono imporre. Si generano solo reazioni contrarie, che infatti, non si fanno mancare, né in gabina elettorale né per le strade.
Mi sembra manchi una proposta politica che stia saldamente all’interno di quelle due righe, che spinga verso l’alto, certo, ma senza ribaltare il tavolo.
Non sono così ottimista da immaginare che, prima o poi, “ognuno finirà per
spostare l’attenzione, il fulcro del suo interesse dal proprio io alla
propria specie, o forse a insiemi ancora più ampi”. Sono, invece, abbastanza
pragmatico da evidenziare l’enorme differenza che esiste la realtà e la
PERCEZIONE della realtà, soprattutto quando quest’ultima viene completamente
travisata dall’incentivazione della paura. Moltissime persone, non c’è
dubbio, si sentono minacciate al pensiero di un arrivo, magari in numeri
consistenti, di nuovi poveri: credi davvero che un Paese ancora “ricco”
com’è ancora l’Italia, non sarebbe in grado di gestire al meglio gli
indigeni e i nuovi arrivati? Occorre la volontà di farlo, però …
Sicuramente Salvini & C. hanno manovrato la percezione gonfiando la paura, ma non credo che il problema sotto non ci sia. Hai mai provato a immaginare un numero di immigrati che l’Italia potrebbe doversi trovare ad accogliere, nell’arco, non so, di dieci anni ? Negare che il problema immigrazione ci sia significa fare due assunzioni implicite, tutte da dimostrare:
Ovviamente non si può avere nessuna certezza su questo numero. Sentivo che per i soli fatti climatici sono previsti movimenti di 130 milioni di persone nell’immediato futuro. A fronte di fenomeni di queste dimensioni non si può cavarsela con un “siamo un paese ricco, in qualche modo ce la faremo”. Anche perchè grossa parte della popolazione non si sente affatto ricca, ed è la parte che vive nelle periferie che si riempiranno di immigrati, loro il problema lo sentono di più, lo sentono già adesso, non è solo percezione. Arroccandosi su questo tipo di risposte la sinistra finisce per dare a Salvini un buono per cent’anni di governo.
Quanto all’ottimismo, per vedere se è giustificato basta aspettare. Ne riparliamo tra una decina di cicli di reincarnazione 😇.
un articolo del manifesto che mi sembra dire cose non molto diverse dalle mie
Più che problemi logistici è un problema di atteggiamento, quando si propaganda odio verso i non italiani, in modo strisciante, con l’ironia sullo stato di bisogno, quando chi cerca di fare qualcosa per alleviarlo viene definito con disprezzo ‘buonista ‘ non si va da nessuna parte…..
Quando si ridefiniscono i confini, prima la padania ora l’italia e non una fraternità universale si torna a secoli passati segnati da odi e guerre…..
La politica può contribuire a organizzare entrate, uscite le gradualità nei modi diversi, ma instillare odio non dovrebbe farne parte…
Certo. Ma proprio per evitare queste derive serve che ci sia una proposta accettabile da molti che oggi hanno votato lega, che riesca a trovare un buon compromesso tra rigore e umanità.
Sarebbe molto interessante dissertare tra questi due termini rigore/umanità…
Aggiungo anche il termine: barbarie….
Scusate, sono capitato per caso su questo sito in una ricerca da Google e mi ha incuriosito la vostra discussione.
Se posso, vorrei dire anche la mia.
La proposta politica c’è già:
È l’attuale governo. L’unico che in questo momento storico può salvare l’Italia.
Usare termini offensivi (trogloditi) per etichettare chi aderisce a quella proposta non fa altro che alimentare quell’odio che invece poi i radicalchic attribuiscono alla controparte.
In un momento di EMERGENZA socio-economica come quello che sta vivendo l’Italia, è necessario fare scelte forti. Non parlo di uomo forte, beninteso! non ho assolutamente intenzione di innescare le solite discussioni tra fascismo e anti.
Dico solo che una proposta forte e seria è quella di Salvini, che rivolge le attenzioni semplicemente verso chi osserva le regole e non verso chi le trasgredisce, di qualunque colore e provenienza sia.
Che si batte affinché il proprio domicilio sia inviolabile, così come la propria famiglia e i propri beni, e chi sbaglia è sempre chi offende e non chi difende.
Che ha deciso (e c’è riuscito!) di fermare le stragi del Mediterraneo e stroncare chi lucrava su quei morti.
Che ha affermato la lapalissiana verità che tutta l’Africa non ci sta in Italia.
Che ritiene che quando uno ha messo da parte i suoi contributi pensionistici per 41 anni, ha il diritto di decidere di riprenderseli.
Che se lo Stato ti chiede troppe tasse, ti vien voglia di non pagarle, specie se poi sai che andranno ad alimentare schiere di nullafacenti.
Che un’Europa dei popoli è preferibile ad un’Europa dei banchieri.
Che dite, sono concetti davvero fascisti? Oppure sono condivisibili da ogni persona di buon senso e non da trogloditi?
Ciao Boris, benvenuto in questa chiacchierata.
Il troglodita non era tanto rivolto alla proposta leghista in generale quanto ad alcuni eccessi. Chiamare qualcuno “sporco negro” o “scimmia” secondo me è da trogloditi.
Nel merito dell’azione di Salvini:
– posso essere d’accordo con la linea ferma, sono abbastanza d’accordo che alla fine bloccare i salvataggi salvi più vite di quante ne perda, ma non capisco perché chiudere gli Sprar: una volta che gli immigrati sono qui aiutali a integrarsi, chiudere gli Sprar è stata una manovra di parte e senza senso.
– su quelli che sono in Italia senza permesso non ha fatto niente: sono ancora qui è restano illegali.
– non ci sono canali di immigrazione legale: l’Italia ha bisogno di persone e in ogni caso non puoi chiudere un occhio sulla massa di profughi alle nostre porte, questo è da trogloditi.
– disertare gli incontri europei è insensato nella sua posizione
– allearsi con chi vuole distruggere l’Europa è insensato
– voler uscire dall’Europa è insensato.