Piazza Statuto

Ci sono i piccioni. Ne ho due che camminano qui davanti. Cazzo!, puoi volare e cammini! Hanno l’aria speranzosa, sì vede che qualcuno gli dà da mangiare qui. Sorry ragazzi, non ho niente.

È bella la gente sulle panchine, nessuno ha fretta. Circa la metà ha uno smartphone, due bevono un’aranciata e si baciano, gli altri guardano nel vuoto: meditano. Anche qualcuno di quelli col telefono medita: c’è uno che lo tiene sul palmo della mano, il dorso poggiato sul ginocchio, lì pronto, ma lo sguardo punta lontano.

Su una delle panchine c’è una gazzetta dello sport. Da sola. Deve essere triste essere una gazzetta dello sport su una panchina vuota. Cerca di afferrare il vento per andarsene, ma riesce solo a sventolare qualche foglio.

Tra un po’ apre la pizzeria, sono arrivato troppo in anticipo. No, forse era segretamente pianificato per stare un po’ qui.

Questi vecchi palazzi su piazza Statuto sono molto belli, non dev’essere male viverci.

C’è una schiusa di insetti. Sono tantissimi. Se guardi in controluce, il sole è basso a quest’ora, lì vedi danzare in mezzo ai pampini. Qualche piccione attraversa questa tempesta per andarsi a posare sulla fontana. Qualche piccione vola dopotutto.

Uno di quelli sulle panchine sembra un clochard, ha un sacco di borse e borsette e sembra piuttosto giovane. Ha anche una ventiquattrore.

Un signore anziano si è alzato dalla panchina, era uno di quelli che guardavano nel vuoto, aria distinta. Penso abiti in uno dei palazzi qua intorno. È ora di cena.

Ho messo via anch’io il cellulare per un po’, perso a guardare l’ultima luce che gioca con la fontana.

Intanto il clochard si è allontanato, ma ha lasciato le sue cose sulla panchina, forse dormirà lì.

Sono arrivati due a sedersi sulla panchina della gazzetta. La stanno leggendo, a volte basta saper aspettare. Discutono ad alta voce di un articolo: non sono italiani, una lingua latina direi. Ai due che si baciavano si è aggiunta una signora che stava facendo foto alla fontana. Credo sia la madre di lei, vanno verso il fondo della piazza, non sono italiani neanche loro.

Devo andare, ho in faccia l’aria instupidita da questa strana bellezza. Come sottofondo andrebbe bene “La sera dei miracoli” di Dalla.

2 pensieri su “Piazza Statuto”

  1. Scrivi meravigliosamente bene con la pacatezza che ti contradistingue da sempre! Da come descrivi il tutto mi hai fatto sentire li, presente in quella piazza!

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