Emancipazione della donna

Poi mi hai detto poveretto

Il tuo sesso dallo al gabinetto

Te ne sei andata via con la tua amica

Quella alta, grande, fica

(Lucio Dalla – Disperato erotico stomp)

C’è una guerra. Feroce. Le cui vittime sono in genere donne, ma per alcuni maschi si tratta solo di ritorsioni per un altro tipo di violenza che le donne attuano sugli uomini.

E’ una tensione, un incredibile disagio che riguarda tutti i temi legati alla sessualità. Si riduce in definitiva allo scontro tra due modi opposti di concepire il sesso. Questi due modi, potremmo chiamarli maschilista/tradizionalista e femminista/progressista. 1

La crisi del matrimonio tradizionale, il numero di divorzi e di coppie che decidono di non legarsi per sempre è uno degli aspetti di questo malessere, ma ci sono manifestazioni assai più forti.

I sintomi

Alcuni segni accentuati della visione maschilista del sesso sono:

Pornografia, fenomeno prevalentemente maschile

photo credit: mikecogh Pavement Porn by A via photopin (license)

Difficile trovare stime attendibili perché si oscilla tra il catastrofismo e il minimizzare a seconda dei filtri mentali, ma una stima prudente afferma che il 4 per cento dei siti web sia X-rated e che dal 10 al 15 per cento delle ricerche riguardi il porno. Le statistiche annuali di PornHub sono interessantissime, singolare, ad esempio, il fatto che il numero dei caratteri nei commenti solo di questo sito nel 2018 superi le dimensioni dell’Enciclopedia Britannica. Meno del 30% dei visitatori di PornHub sono donne.

Prostituzione, prevalentemente maschi i clienti

photo credit: Sally T. Buck 62. I’m A Whore via photopin (license)

Anche qui non è facile trovare dati certi, ma sembra che nel mondo ci siano 42 milioni di prostitute. E un uomo su 10 è stato loro cliente almeno una volta.

I dati italiani parlano di 9 milioni di utenti. Vuol dire uno su tre degli aventi diritto (quelli in età plausibile, stato di salute e reddito accettabile).

Stupri, pedofilia e femminicidi

Secondo l’istat solo nel 2016 più del 4% delle donne sotto i 30 anni ha subito una violenza sessuale. I casi denunciati sono decine di migliaia.

Secondo dati dell’UNICEF 150 milioni di bambine e 73 milioni di bambini sotto i 18 anni sono stati sottoposti nel 2002 a rapporti sessuali forzati o ad altre forme di violenza che includono il contatto fisico molesto.

Il numero di femminicidi è in progressivo aumento.

Indignazione, incomprensione

Il disagio dal lato femminile si manifesta, per lo più come indignazione e incomprensione dei fatti elencati sopra. Non mi sembra vengano proposte soluzioni di alcun tipo, a parte invettive contro la categoria dei maschi o contro la società che dovrebbe fare qualcosa.

Credo che questo commento al recente volantino della Lega di Crotone (che desidera il ritorno al ruolo tradizionale della donna nella società) renda bene l’idea della contrapposizione. Credo che centri decisamente il nocciolo del problema.

  • In quanto donna credo di avere titolo di dire chi e cosa offende la mia dignità: l’intero volantino offende la mia dignità, il suo paternalismo e la sua visione medioevale del ruolo femminile nella società. Esiste il principio di autodeterminazione dell’individuo, fatevene una ragione, quale voglio sia il mio ruolo nella società lo decido solo io.

Ma, viste le dimensioni di questi fenomeni, ridurre tutto a una forma di pazzia di pochi maschi mi sembra davvero un mettere la testa sotto la sabbia. Questo scontro ha radici profonde nella nostra biologia e nella storia, ed è un nodo fondamentale dello scontro che stiamo vivendo tra Evoluzione e Cultura.

Come ci siamo arrivati ?

Dimensioni dai gameti.

photo credit: Tortured Mind And the Winner Is… via photopin (license)

Partiamo da Adamo ed Eva, anzi, un bel po’ prima (diciamo un miliardo di anni fa).

Sapete cosa differenzia i maschi dalle femmine ? No, non sono i genitali esterni: in alcune specie animali non sono riconoscibili eppure gli scienziati riescono comunque a distinguere gli individui maschi dalle femmine. Il discriminante è la dimensione dei gameti. Quello femminile è sempre molto più grande. Nella specie umana l’ovulo è 85000 volte più grande di uno spermatozoo.

Strategie sessuali.

La dimensione maggiore dell’ovulo comporta un impegno maggiore dell’organismo per produrlo. Come conseguenza il numero di ovuli che una femmina produce è estremamente ridotto rispetto al numero di spermatozoi.

Questo numero ridotto comporta la necessità di un’amministrazione prudente. Come diretta conseguenza maschi e femmine adottano differenti strategie sessuali. Pur essendo per entrambi il fine ultimo della sessualità la perpetuazione dei geni attraverso la riproduzione (almeno inizialmente, vedremo che nell’uomo le cose cambiano) raggiungono questo scopo per vie diverse.

photo credit: puritēs Together, not To via photopin (license)

In sostanza, i maschi hanno tanti biglietti della lotteria da giocare: la loro strategia sarà di tentare di fecondare più femmine possibile. La femmina ha poche chances e deve giocarsele al meglio: studia le squadre di calcio prima di giocare la schedina, guarda la storia dei numeri ritardatari al lotto. La femmina deve selezionare il candidato giusto con cui accoppiarsi. Per tutto il tempo di maturazione del prossimo ovulo non potrà farlo.

La strategia sessuale maschile è all’origine irruenta, non pianificata, mentre quella femminile è selettiva, paziente.

Questa differenza di strategie si accentua nei vivipari, perché si allunga il periodo di indisponibilità, al tempo dell’ovulazione si aggiunge quello della gravidanza. E ancora di più nei mammiferi, perché si aggiunge il tempo dell’allattamento.

Insostenibile

Arrivati alla specie umana la situazione per la femmina diventa insostenibile. Non si tratta più solo di tempi di indisponibilità sessuale, ma di sopravvivenza a rischio.

L’evoluzione del cervello umano comporta una scatola cranica di dimensioni maggiori, questo, unito alla scelta dell’evoluzione di dotarci di una stazione eretta (cosa che impedisce un bacino troppo pesante), porta alla necessità di far nascere i bambini prematuri. I piccoli umani, a differenza delle altre specie animali non saranno autonomi per diversi anni. Questo impegnerà la madre (è un’ epoca di nomadismo, di cacciatori/raccoglitori) a tal punto da non permetterle di provvedere al mantenimento suo e della prole.

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Ossitocina e sesso ricreativo

E cosa ti inventa allora l’evoluzione per non far estinguere la nostra specie ? Un nuovo uso dell’ ossitocina.

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L’ossitocina è un neurotrasmettitore che l’evoluzione aveva già impiegato per altri scopi: viene prodotto per velocizzare il parto (il nome stesso deriva da due parole greche che descrivono questa funzione), per stimolare la produzione di latte materno e nell’uomo la veicolazione dello sperma. Era poi stata coinvolta nel risolvere il problema dei genitori che mangiavano i propri  cuccioli (nei mammiferi predatori): alla vista dei neonati viene prodotta un po’ di ossitocina, e scatta il comportamento parentale (in assenza di ossitocina una mamma non riconosce i figli come propri). Questo vale anche per gli umani ovviamente.

Nella specie umana l’ossitocina promuove la fedeltà al partner. Normalmente viene prodotta durante il contatto fisico con il partner, sia nel sesso sia a fronte di carezze, sguardi, tono di voce e capelli svolazzanti.

Le femmine non riescono a fare figli e a mantenersi ? Facciamole mantenere dai maschi, basta fare in modo che non vadano in calore solo in corrispondenza dell’ovulazione, ma siano sempre disponibili all’accoppiamento e abbiano un filtro d’amore (l’ossitocina appunto) per far innamorare i maschi.

Siamo a due milioni di anni fa.

Due sotto-strategie

La femmina concede sesso in cambio di protezione e mantenimento per sé e i figli. Nascono qui, probabilmente, due sotto-strategie, chiamiamole per capirci moglie e puttana, anche se è un po’ presto per usare questi nomi: stiamo sostanzialmente parlando di animali, in questa fase non è ancora nato nemmeno il linguaggio. Le femmine, comunque, possono giocarsi questa simbiosi sesso/mantenimento con un singolo uomo o con shares distribuite, con varie ripercussioni sulla coesione sociale, ma qui ormai si parla di Cultura.

E finalmente arriva la Cultura

L’evoluzione culturale non fa che cavalcare questa simbiosi per quasi tutta la storia dell’umanità. Semplicemente la organizza creandole intorno il concetto di famiglia, matrimonio. Le varie religioni e leggi ammantano l’unione con vari significati, la famiglia diventa funzionale a organizzazioni sempre più ampie.

La sotto-strategia della donna mantenuta da più uomini continua a prosperare, non a caso viene definita il mestiere più antico, ma sempre in sordina perché disgregante per l’organizzazione sociale.

Prospera, in effetti, anche se numericamente inferiore, per forza di cose, la situazione dell’uomo potente che mantiene più donne. Che sia un sultano con harem alla luce del sole o un re o un politico che frequenta cortigiane o impone ius primae noctis la sostanza è che il maschio alfa deve disseminare i suoi geni più degli altri. Anche questo ha un significato biologico importante: siamo programmati per la promiscuità. La fedeltà sessuale è frutto di maturazione culturale ed è funzionale alla coesione sociale, ma già si scontra con gli automatismi evolutivi.

Emancipazione femminile

Probabilmente lungo tutto il corso della storia ci sono state donne che hanno rifiutato questo rapporto di sudditanza verso il maschio. Religioni e leggi hanno lavorato per mantenere la donna in un ruolo subordinato, ma ci sono state reazioni, che, anche se normalmente represse, hanno innescato un processo di livellamento tra uomo e donna almeno sul piano dell’accesso allo studio e alla partecipazione politica. Processo tutt’altro che terminato, basti guardare la situazione femminile nei paesi arabi, o nella chiesa cattolica.

Photo by Ani Kolleshi on Unsplash

Il passo fondamentale di questo percorso è però avvenuto in tempi recentissimi. E’ la possibilità, per le donne, di sostenersi economicamente e insieme mantenere dei figli. E’ il risultato anche di una agiatezza economica, non è ancora disponibile per tutte, ma la novità, oggi, è che una donna può pensare di far completamente a meno di un maschio, se non per la fecondazione (e forse neanche).

Atteggiamento rancoroso

Questa indipendenza altera i rapporti nelle coppie tradizionali, disgrega l’istituto del matrimonio (che era nato per perpetuare lo status quo ante).

Non è un caso che chi è impregnato di una visione diciamo vecchiotta se ne esca con frasi tipo:

  1. Sostengono “una cultura politica che rivendica una sempre più marcata autodeterminazione della donna che suscita un atteggiamento rancoroso e di lotta nei confronti dell’uomo”.

(E’ sempre il volantino della Lega di Crotone che citavo prima).

Giusto ieri sera guardavo “Propaganda Live” e Makkox ridacchiava di questa frase. Ma non è così strana alla luce di quanto detto sopra: il maschio che ambiva a risolvere per la vita le sue urgenze sessuali con un contratto matrimoniale viene completamente spiazzato dall’indipendenza femminile. Un modello di comportamento tradizionale si spezza e genera incertezza, ostilità.

C’è sempre stato

Photo by Justin Porter on Unsplash

Un disagio maschile legato alla sessualità non nasce con l’emancipazione femminile. In parte è fisiologico e legato alla selezione naturale. L’esigenza di premiare gli organismi migliori genera necessariamente dei losers. Come conseguenza, fenomeni come prostituzione, stupri e pedofilia, e, in tempi più recenti, pornografia hanno normalmente accompagnato la storia umana. L’emancipazione femminile non fa che accentuare questo disagio espandendolo a fasce di maschi sempre più ampie.

Passione contro Ragione

Ho l’impressione che per molte donne i maschi siano donne col pene. Credo che, tolte le differenze fisiche evidenti, immaginino che dal punto di vista mentale ci siano più analogie di quante ce ne sono in realtà.

Purtroppo la battuta che le donne possono accavallare le gambe senza rischiare di schiacciare il cervello ha molto fondamento.

photo credit: Nick in exsilio Satyr via photopin (license)

La sessualità maschile è passionale, nel senso che l’istinto prevale facilmente sulla ragione. Una vita intellettuale più ricca, una buona posizione sociale ed economica, un ambiente educativo adatto possono rendere più facile il controllo di questi istinti, ma per molte persone (tendenzialmente appartenenti alle classi sociali meno privilegiate) l’istinto tende a prevalere, la donna è l’oggetto che può soddisfare quell’istinto, e se non posso averla consenziente la pago o la rubo.

Come finirà ?

Prostituzione e pornografie vanno rivalutate. Non si può imporre la virtù

per legge.

La prostituzione esiste da millenni e prospera ovunque benché sia ufficialmente legale in poche nazioni. Come per la legalizzazione delle droghe poi, rappresenta una fonte di introito per le finanze degli stati che viene sprecata e va invece ad ingrossare le casse della malavita. Senza contare l’aspetto sanitario/epidemico e il controllo della tratta di donne.

Vorrei citare, a questo proposito, anche il problema, considerato ancora taboo della vita sessuale dei disabili. Se non avete mai sentito parlare di sexual surrogates for disabled date un’occhiata a questo articolo.

La presenza di valvole di sfogo e la progressiva cessazione di atteggiamenti sessuofobici (credo che la chiesa cattolica abbia enormi responsabilità in questo) probabilmente porterà a ridimensionamenti nel numero di stupri e casi di pedofilia.

Raymond Kurzweil, nel suo “La singolarità è vicina” immagina un futuro a breve in cui si farà sesso senza contatto fisico, agganciando terminazioni nervose a macchine. Chissà, forse finiremo così. Modificheremo i nostri geni in modo da fornire alle future donne un pene (perché far pipì in piedi può venire utile) e ai futuri maschi un cassettino addominale da cui estrarre, alla bisogna, uno dei dieci spermatozoi che ci possono servire nella vita, per darlo alla signorina con la provetta quando vogliamo fare figli e per il resto il sesso sarà un bel sogno digitale.

Sources

La narrazione sopra deriva da argomenti tratti principalmente da un paio di letture: “Il gene egoista – R. Dawkins” e “Felicità: un’ipotesi. Verità moderne e saggezza antica – J. Haidt”.

  1. E’ interessante notare che nella scena politica italiana, la visione maschilista/tradizionalista sembra totalmente sottoscritta dalla Lega e l’altra dai suoi avversari.

6 pensieri su “Emancipazione della donna”

  1. Tutto bello, molto interessante, e in gran parte condivisibile.
    A parte le conclusioni finali, che mi paiono troppo cupe e catastrofiste.
    Una visione da futuro distopico della peggior specie!
    Io la vorrei vedere con più ottimismo: il sesso è bello, è bello così com’è. Arriverei anche ad ammettere che forse è l’elemento più importante dell’evoluzione umana.
    MA NON È L’UNICO.
    Gli stereotipi come “tira più un… che una coppia di buoi” li lascerei alle cene triviali tra amici con abbondanti boccali di birra.
    A me piace pensare che nell’uomo/donna c’è di più. Anzi: TRA l’uomo e la donna c’è di più che una visione reciproca di oggetto dei propri fini evoluzionistici.
    (PS: c’è mica un limite alla lunghezza del commento?) 🙂

    1. Ho finalmente visto il tasto “Rispondi” 🙂
      Certo che c’è di più tra uomo e donna, e questo “di più” è proprio quello che sto chiamando “Cultura”, ma l’evoluzione è il guscio da cui questo “di più” esce, è il bruco prima della farfalla: finché la metamorfosi non è completa (e credo manchi ancora molto) non possiamo ragionare come se volassimo: stiamo ancora strisciando su un ramo.

  2. E vabbè, visto che il nostro caro amico guarda e non favella… 🙂
    Anzi, forse non guarda nemmeno, finché non verrà postata l’etimologia di oxytocina!
    Lo faccio io (con gran sfoggio di wikicultura!):
    OXÝS = veloce
    TÓKOS = parto
    In effetti è letteralmente la “nascita rapida” che ha indicato prima il Sommo nel suo articolo.

    Ora non hai più scuse, Runner!

  3. Guardo, guardo e stavo appunto terminando la mia ricerca con quanto trovato:
    “Ossitocina :sf. [sec. XX; dal greco oxýs, acuto, rapido+tókos, parto+-ina]. Ormone prodotto dall’ipotalamo e secreto dal lobo posteriore dell’ipofisi. ……”
    per poi notare che ci ha già pensato un altro affezionato lettore, nostro caro amico.
    Noto nel frattempo (forse era già così e lo noto solo ora) che l’ossitocina si è colorata di blu . E’ un link verso un sito che la definisce come l’ormone dell’amore… in inglese. Avrei preferito l’italiano o la definizione in greco….ma sarei come sempre un po troppo polemico 🙂

    1. Ahahah! Sei unico!!!!
      Adesso dobbiamo “stanare” la nostra cara amica.
      Anche per avere giustamente la visione della controparte sull’argomento, no? 😉
      D’altra parte temo che …”fossi in noi, mi preoccuperei” 🙂

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