E non avrò paura se non sarò bella come dici tu
Francesco De Gregori, La donna cannone
Ma voleremo in cielo in carne ed ossa
Non torneremo più
Na na na na na na
E senza fame e senza sete
E senza ali e senza rete voleremo via
Vorrei iniziare questa chiacchierata con un disegno.
Provo ad unire alcuni punti, alcuni aspetti della nostra vita, in una maniera credo originale. Forse sorprenderà qualcuno l’idea di tirare un filo conduttore tra alcune di queste cose.
Il discorso di Robert Pirsig, il chautauqua di “Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta”, riguardava sostanzialmente il rapporto tra arte e tecnologia, tra pensiero classico e romantico. Io vorrei parlare di quella che mi sembra una lotta, in corso ormai da millenni, tra i meccanismi evolutivi che hanno portato l’uomo a essere ciò che è oggi, e la sua Cultura.
La nascita, nell’uomo, della razionalità e la conseguente autocoscienza e di seguito la tensione a prendere il mano il proprio destino potrebbe essere un prodotto dell’evoluzione 1, che lo sia o no si traduce in un conflitto con i meccanismi installati dall’evoluzione stessa.
Userò il termine Cultura con la maiuscola, per indicare qualcosa di estremamente ampio. Avrei potuto usare Autocoscienza, o Pensiero, o Razionalità, ma Cultura mi sembra abbracci più aspetti, compresa la storia, l’elaborazione effettuata da tanti individui nel corso del tempo: è con questa che facciamo i conti noi oggi.
I punti
I punti che cercherò di connettere riguardano alcuni aspetti della nostra vita in cui i meccanismi evolutivi ci indirizzerebbero a comportamenti opposti a quelli richiesti dalla Cultura.
L’evoluzione ci ha guidato in modo egregio fin qui, lo ha fatto dotandoci di riflessi automatici che reagiscono agli stimoli dell’ambiente intorno a noi e anche a quelli prodotti dal nostro organismo. Questa cosa ci attira, ci piace perché ci fa bene, quest’altra, che ci danneggerebbe, la troviamo repellente.
La Cultura è apparsa dopo, ci rende orgogliosi al punto di identificarci spesso con lei, ma ci plasma, ci domina, ne subiamo le pressioni. La Cultura ci spinge a scelte, spesso in conflitto con gli automatismi di cui ci ha dotato l’evoluzione.
Quello che noi davvero siamo è il campo di battaglia tra queste due forze, tra i geni e i memi 2, entrambi ci usano per selezionare i migliori tra loro.
Obesità
Pensate ad esempio al giro vita. L’evoluzione ci ha programmati per sopravvivere in un mondo con una bassa (e soprattutto non continua) disponibilità di cibo. Siamo, come tutti gli animali, fatti per riempirci senza freni ogni volta che è possibile. E preferiamo i cibi ad alto contenuto calorico, i dolci, i grassi. Siamo dotati di un sanissimo meccanismo che ci fa ingrassare: è il modo in cui accumuliamo l’abbondanza temporanea di cibo per i momenti in cui ce ne sarà meno. Noi ingrassiamo perché discendiamo da gente che grazie alla capacità di ingrassare è sopravvissuta a delle carestie: chi non ha sviluppato questa capacità è morto, e i suoi eredi genetici non sono tra noi.
Nel mondo in cui viviamo oggi questa capacità non serve più. Ci siamo organizzati in modo da assicurare alla maggior parte della popolazione 3 una disponibilità di cibo continua e superiore alle esigenze caloriche. A questo punto quello che era un vantaggio evolutivo (la tensione ad ingerire cibo oltre necessità e la capacità di immagazzinarlo) diventa uno svantaggio: le energie dedicate alla ricerca, preparazione e consumazione del cibo possono essere meglio destinate ad altro, la massa di grasso dovuta all’immagazzinamento diventa un peso inutile da trasportare, ci rende meno agili, alla lunga (non venendo mai smaltita perché non ci sono più i periodi di carestia) crea problemi di ogni tipo.
Poco male, ma abbiamo fretta
Non è di per sé un gran dramma. L’evoluzione sa affrontare questo ed altro. Un po’ alla volta qualcuno svilupperà tratti genetici più adatti alla nuova situazione: meno attrazione per il cibo, metabolismo più veloce, migliore autocontrollo. Questi individui funzioneranno meglio, si accoppieranno più facilmente tra loro, nasceranno sempre più individui con questi tratti e il problema si risolverà da solo.
Ma l’evoluzione procede per tempi lunghi 4. L’evoluzione è prudente, aspetta che le situazioni si siano ben stabilizzate prima di fare cambiamenti radicali, e comunque manterrebbe qualche grasso, just in case.
La Cultura invece ha fretta, coglie il problema e lo vuole risolvere, possibilmente nell’arco di una generazione (questo è un suo grosso limite, ne parleremo). La Cultura ci vuole magri da subito. Crea memi, mode. Orienta i nostri filtri di selezione del partner. Le prossime generazioni saranno principalmente composte da geni adatti al nuovo stato di benessere, la cultura in questo caso va nella stessa direzione dell’Evoluzione, e la accelera (vedremo che non è sempre così).
Stress
Ma questa situazione genera sofferenza: essere soggetti a due tensioni opposte è una delle peggiori cause di malessere per l’essere umano.
La Cultura stessa, tra l’altro, ci spinge verso un edonismo sfrenato, il carpe-diem (di nuovo, la fretta), che bolla qualsiasi forma di rinuncia, anche alimentare, come sbagliata.
Il risultato è che, a parte pochi fortunati dal metabolismo accelerato, che possono mangiare quanto vogliono senza ingrassare, tantissimi di noi vivono bilanciando calorie e soddisfazione da cibo, e nei momenti di maggiore stress (quando aumenta la richiesta della seconda) cominciano a lievitare.
Medicina, Chirurgia e Manipolazione genetica
La medicina già offre soluzioni (ad esempio chirurgiche) per ridurre il problema almeno nei casi più gravi, oltre a una marea di pillole e pozioni e indicazioni.
Il limite di queste soluzioni, a parte gli inevitabili rischi di effetti indesiderati, è che si fermano all’individuo, i loro effetti non sono ereditabili.
Se l’umanità vorrà davvero accelerare in tempi brevi il corso dell’evoluzione l’unica strada perseguibile sarà la manipolazione genetica: finiremo per modificare il nostro DNA con un Fast Forward evolutivo, che doterà le nuove generazioni di un corredo di geni più adatto al mondo in cui dovranno vivere.
Ovviamente questo non è ora il sentire comune, ma sarei pronto a scommettere che le attuali remore sulla genetica saranno superate velocemente e che andremo in questa direzione.
Una guerra globale
L’esigenza di restrizione calorica è solo uno dei tanti fronti su cui si consuma questa lotta tra l’Evoluzione e la razionalità umano che pretende di prendere il timone.
Nei prossimi post proveremo a guardarne altri.
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- Credo che la maggior parte degli scienziati appoggino questa ipotesi, forse non tutti. È comunque una delle cose che vorrei approfondire. ↩
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- meme è un termine proposto da Richard Dawkins nel suo “Il gene egoista” per indicare questo passaggio tra l’evoluzione fisica e quella culturale. ↩
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- il fatto che non sia tutta la popolazione è un altro dei punti su cui merita riflettere. È esso stesso uno dei punti della lotta Evoluzione/Cultura. ↩
- Probabilmente è una fortuna, perché questa nuova generazione di super magri non dovrebbe nemmeno aspettare una carestia: si estinguerebbe al primo sciopero dei supermercati. ↩